domenica 9 marzo 2008

PORCELLUM IN LIGURIA

a ..Fausto Bertinotti, Franco Giordano, Francesco Ferrara
E p.c. ..Giacomo Conti
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No, cari compagni, così non va bene.
Le strategie del bilancino corrispondono a una necessità, me ne rendo conto, legata ai vincoli di coalizione; ed è anche comprensibile che non sia facile quadrare sempre giustizia opportunità e convenienza. Per queste difficoltà abbiamo sempre lasciato un ampio margine di tolleranza nelle nostre coscienze. Ma…
Ma tra i vincoli tra cui districarsi nelle acrobazie diplomatiche non dovrebbero essere dimenticati i rapporti con il territorio. Prescinderne o addirittura agire contro le opinioni – e diciamo pure gl’interessi – del territorio è non solo inelegante ma largamente controproducente: apre ferite che – siano originate da motivi elevati o magari anche meschini - sono poi difficili da rimarginare e rischiano, specie su un corpo non particolarmente in salute oggi com’è quello della Sinistra, di incancrenire e condurre a esiti radicalmente negativi: non solo sul piano locale ma anche su quello nazionale.
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Non voglio offendervi invocando valori e categorie – diciamo democrazia e rispetto - che certamente condividiamo anche se poi accade che in qualche caso possano venir occultati sotto il tappeto di un compromesso frettoloso; e vengo rapidamente e schiettamente al dunque.
E cerco di esprimermi nella maniera più chiara.
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Da queste parti (Sestri Levante, Liguria: una goccia nel mare e tuttavia una località concretamente esistente abitata da uomini e donne concretamente esistenti: e votanti; o non votanti) si troveranno ben poche persone a sinistra – e dove altrimenti? – disposte a votare per il Senato una candidata “verde” che sul territorio ha rotto l’unità a sinistra per appoggiare una lista civica molto ambigua che (tento di descriverne in pochi tratti l’ideologia), nelle ultime elezioni provinciali si è schierata contro il candidato dell’Unione in una prospettiva opportunistica e di generica protesta “antipolitica” e che nelle attuali elezioni comunali ha tentato un goffo (e poi fallito) apparentamento con la destra.
Questo, nelle grandi linee - non voglio annoiarvi ma è pur necessario ne siate informati - il quadro politico locale: che ha visto i Verdi diffidarci dall’usare il loro simbolo nella Lista della Sinistra Arcobaleno che io provo – disgraziatamente senza il vostro appoggio oltre che senza quello ufficiale dei Verdi – a rappresentare.
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Voi non faticate certo a rendervi conto, infatti, che in questa situazione premiare la rappresentante dei Verdi (mai vista in tutte le battaglie ambientaliste sempre combattute negli ultimi vent’anni da Rifondazione e guidate da me personalmente contro tutta una serie di progetti speculativi) costituisce, oltre che uno schiaffo intollerabile, un danno concreto: e non solo d’immagine: significa infatti, se non sbaglio, porre noi - implicitamente certo, ma con l’eloquenza delle cose che parlano - dalla parte delle forze antiambientaliste, più o meno collusi con esse. O semplicemente stupidi, magari.
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Ora, se questo oltraggio alla mia persona e alla lista della Sinistra Arcobaleno fosse venuto da un semplice funzionario di partito, com’era fino a ieri, avremmo fatto come abbiamo fatto sino a ieri: alzate le spalle, certi della memoria di tutta la città, saremmo andati avanti per la nostra strada senza badare alla minima pietra d’inciampo. Ma se ci si chiede di mandare al parlamento, a rappresentare tutta la Sinistra Arcobaleno, la stessa pietra d’inciampo che qui - evidentemente classificando ambienticida la Sinistra Arcobaleno locale - rompe l’unità e ci tratta da avversari, beh, credo sia comprensibile se io mi ribello e prendo questa candidatura come una provocazione. E non so accettarla.
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Ora (non dubito saprete vedere, oltre l’eventuale componente di suscettibilità personale, l’elemento politico della vicenda), io spero vivamente ci sia ancora tempo e modo di correggere questo errore grave e autolesionistico: e così mi auguro che gli alleati – Verdi in primo luogo – comprenderanno che ostinarsi nell’errore condurrebbe – sorvolando su altre questioni e conseguenze – a perdere in Liguria un senatore e un deputato per la lista Arcobaleno – che certo non ha bisogno di indebolirsi -.
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Si chiamino pure in causa gli effetti perversi del Porcellum, ma è difficile ignorare la voce del territorio e convincere uomini e donne di carne ossa e sentimenti a immolarsi sull’altare di logiche incomprensibili. Per quanto mi riguarda – lo dico con infinito rammarico e non potete immaginare quanto mi costa – io mi dichiaro indisponibile a votare per il Senato una candidata il cui comportamento sul campo mi toglie ogni motivo di esprimerle consenso; e potete scommettere che non sarò l’unico a rifiutare di turarsi il naso per disciplina.
In fondo in fondo, anche se dal Centro a quanto pare si fatica a crederlo, non siamo automi; da tempo l’obbedienza non è più una virtù e bisogna guadagnarsela. Come la stima. E come il voto.
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Detesto, per mille e un motivo, dire ciò che sto per dire; ma per onestà non posso tacerlo: se da parte del Centro - misteriosa entità metafisica troppo spesso capricciosa e imperscrutabile – non dovessero giungere quei segnali chiari (uno solo, in verità) che da queste parti tutti si aspettano, non escludo affatto di poter compiere una scelta contraria al nostro – al mio – stile politico e alle nostre – alle mie – convinzioni: e decidermi infine a un passo che mi ripugna: e invece di fare il normale appello al voto non escludo affatto di potermi risolvermi a invitare (almeno per il Senato, sicuramente per il Senato) i miei 25 elettori ad astenersi dal voto: una scelta estrema; alla quale tuttavia mi spinge non solo un sentimento di dignità personale offesa, ma una serie di considerazioni politiche: che non debbo spiegare a voi: che, ne sono certo, se prescindiamo dal caso particolare (caso particolare, lo ammetto, ma la realtà di che cos’altro è fatta se non di casi particolari che danno infine una risultante?), le condividete con me; e lottate per affermarle. Come me. Perché è anche per esse che lottiamo. O no?
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Se no, ditemelo, ché allora non sono giusto né come sindaco né come militante.
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Vincenzo Gueglio

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Abbiamo ammirato molto il Suo gesto e la Sua presa di posizione.
Grazie a nome di tutti noi.

Anonimo ha detto...

Piena solidarietà a Gueglio.

Anonimo ha detto...

Grandioso!
Condivido totalmente il contenuto della tua lettera e i tuoi propositi.
Non mollare

Anonimo ha detto...

Mi aggiungo al coro di solidarietà accogliendo l'invito a non votare per il Senato, se la situazione rimanesse invariata.

Anonimo ha detto...

Per il Senato non voterò.
Gueglio ha dato a tutti una lezione di dignità e coerenza.
Complimenti

Anonimo ha detto...

Siamo di Milano, frequentiamo Sestri ormai da anni, ed è un vero peccato non poter votare.
Sosteniamo la candidatura di Vincenzo Gueglio, al quale va tutta la nostra stima, sia a livello personale che professionale.
Ci auguriamo che i sestresi condividano il nostro pensiero e non si lascino scappare un'occasione del genere.

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Sostengo la candidatura di Gueglio e accolgo l'invito a non votare per il Senato.