martedì 10 febbraio 2009

Vincenzo Gueglio - Le mozioni della Sinistra Unita per Sestri

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Sulle mozioni di Gueglio
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«Sulle mozioni eminentemente politiche non c'è molto da aggiungere rispetto a quello che dico nei testi. Se non forse questo, che una presa di posizione severa contro l'equiparazione repubblichini-partigiani-deportati è resa più urgente e necessaria dopo le recenti inammissibili, deliranti parole del presidente del Consiglio contro la Costituzione e dopo i tanti segnali di involuzione antidemocratica (fra i quali non sottovalutabile l'accordo separato contro la CGIL) e anche schiettamente razzistici e fascisteggianti che giungono da forze e atti del governo.
In questo senso le prime tre mozioni sono coerenti e si tengono strettamente.
In verità, la stessa insistenza con la quale chiediamo l'esonero dell'assessore Ceselli non deriva da accanimento terapeutico (che in sé sarebbe abbastanza miserabile), ma da una preoccupazione d'ordine generale: quella che osservo e denuncio è la mancanza (non so se colposa o dolosa) di una politica del personale legata alla valorizzazione delle professionalità e dell'efficienza operativa dell'Ente ma anche (ed è il rovescio della stessa medaglia) la presenza di un disegno teso alla vanificazione della democrazia sindacale: esattamente come a livello nazionale e fatte le dovute proporzioni, anche qui assistiamo al tentativo dell'Amministrazione di costituirsi come soggetto che accredita (ovvero sceglie) le parti con cui trattare: naturalmente nel rispetto delle forme ma al di fuori della sostanziale rappresentatività degli interlocutori e se necessario anche a dispetto della loro delegittimazione. La vicenda, sconcertante e grottesca, delle progressioni orizzontali è la testimonianza di una malattia della quale l'assessore ceselli è portatore sano, Chiediamo per questo che venga messo in condizioni di non nuocere ulteriormente. O saremo costretti a concludere che la malattia ha già infettato l'intera Amministrazione. Cosa che ancora rifiuto di credere.
Un'ultima parola sulla proposta di intitolazione a operai e partigiani di strade e piazze nelle aree ex-Fit. Vorrei fosse molto chiaro che non si tratta di una questione di toponomastica: voglio affermare la necessità che quell'area - martoriata e offesa da una speculazione indegna, che ha sfregiato Sestri e ne ha distrutto le prospettive di sviluppo urbanistico ed economico - non riceva anche l'ultimo affronto dell'oblio; voglio provare a evitare che sulle rovine di un'industria che ha modellato l'anima stessa della città e dato lavoro, dignità, coscienza a migliaia di uomini e donne venga sparso anche il sale della dimenticanza.
Capisco che erigere stele e monumenti sepolcrali ed esporre targhe a ricordo di ciò che non è più può avere anche la funzione ambigua di pacificare la coscienza, ma niente può essere peggio della rimozione; del resto sulla funzione del ricordo come risorsa interiore (e non come scarico di coscienza) hanno detto una parola definitiva, credo, Foscolo e Leopardi. o almeno lo spero; come spero che evocare la parola dei poeti non evochi troppi sorrisetti ironici. E se no pazienza e tanto peggio per chi sogghignerà.»
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Vincenzo Gueglio
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